Skip to main content

Professione MISTER ... e non solo: ATTILIO DE MATTIA & PAOLUZZI

Ottava puntata della serie "Professione MISTER ... e non solo". 

 

E' su due autentici "Numero 1" che puntiamo i fari nella puntata odierna. Parliamo di Attilio De Mattia Daniele Paoluzzi, di professione calcistica preparatori dei portieri che vantano un curriculum come giocatori prima e come allenatori poi di tutto rispetto.   

Attilio De Mattia tira i primi calci ad un pallone a sei anni nella "campagnetta" sotto via Cantù. La chiusura del terreno per far posto all’Istituto Tecnico, lo dirotta in Villa Ara e qui gioca con la maglia verde-arancio del C.G.S. le famose coppe Speranza e Mecovec, a sette, poiché l’attività federale a undici, all’epoca, iniziava a quattordici anni con la categoria Allievi. Dopo la trafila delle giovanili con gli "Studenti", a sedici anni debutta in Prima Squadra con l’Inter San Sabba, quindi il trasferimento alla Stock per disputare il campionato Juniores Regionali, un torneo molto ambito che comprendeva solo sedici squadre nella Regione. Approda poi all’emergente Edile Adriatica con cui vince la Prima Categoria (ora Promozione) e gioca in Promozione (ora Eccellenza). Partecipa ai Campionati Nazionali Universitari arrivando una volta quarto e due volte terzo con il CUS Trieste. A ventisette anni passa al calcio a cinque, allora agli albori, dove si trova immediatamente a proprio agio potendo rispolverare le esperienze dei campi a sette. Con la Clark Udine ottiene brillanti risultati piazzandosi nelle prime venti squadre in tutta Italia.

La carriera di Mister parte dalla Triestina che gli offre l’occasione di imparare ad allenare i portieri e, dopo un anno di affiancamento a Mario Magris e grazie agli insegnamenti di Sandro Zampa, gli viene affidato l’incarico di seguire Pulcini ed Esordienti. L'esperienza alabardata si chiude con il fallimento del 1992. Ottiene quindi dapprima la qualifica di IGC e poi il patentino UEFA B. Dopo alcuni anni l’Edile Adriatica lo chiama per allenare i portieri della Prima Squadra in Prima Categoria e dopo due anni passa al Latte Carso (l’attuale Sistiana) in Eccellenza, dove per tre mesi viene nominato Mister della squadra, a seguito delle dimissioni del compianto Marino Lombardo. Sotto l’egida dell’AIAC di Trieste è l'artefice de "Il portiere del 2000”, un corso di aggiornamento per preparatori di giovani portieri di calcio, da cui nasce la pubblicazione "Portiere? No Problem!". Arriva quindi la chiamata dell’Udinese dove per tre anni allena i portieri dei Giovanissimi Regionali e Nazionali, con una parentesi con gli Allievi Nazionali. Questa esperienza gli consente di essere invitato come docente a svariati corsi organizzati da APPORT e AIAC, non solo in regione ma anche a Genova e Taranto e al “Progetto scuola portieri Inter Campus”, curato in sinergia da A.C. Monfalcone e F.C. Internazionale Milano. Successivamente il Comitato Regionale del F.V.G. gli affida la docenza del "Corso di aggiornamento per preparatori di portieri", l’intervento ai corsi CONI FIGC dal 2010 al 2013 e la preparazione dei portieri della Rappresentativa Regionale del SGS della FIGC F.V.G. nella stagione sportiva 2005-06 per le categorie Giovanissimi e Allievi. Negli Anni Accademici 2005-06 e 2006-07 viene invitato a tenere lezioni sul portiere di calcio al corso di laurea in Scienze Motorie presso la facoltà di Udine. Nel frattempo allena i portieri degli Esordienti del Latte Carso per un biennio e in quello successivo dei Giovanissimi del San Giovanni. Sono per Attilio esperienze e sensazioni uniche, molto impegnative - è padre e allenatore del portiere (Paolo ndr) allo stesso tempo - ma di grande soddisfazione. Dopo una pausa per motivi lavorativi, nel 2018 diventa responsabile dell'area portieri della Triestina San Marco Femminile e l’anno dopo assume l’incarico di preparatore dei portieri Esordienti e Giovanissimi presso la Pegasus Pro Farra nell’ambito del progetto New Generation della Sampdoria. Nel 2019 pubblica il libro "Portiere: im … para la tattica!"; infine dalla stagione 2020-21 è il responsabile dell'area portieri al San Luigi dall’Attività di Base agli Allievi U17. 

La lunga carriera di Attlio lo porta a ricordare un aneddoto singolare che ... "Accadde alla palestra Scrosoppi di Udine. Terminato l’allenamento di calcio a cinque Gigi Delneri - allora allenatore dell’Opitergina - si fermò a calciarmi delle punizioni. Io sapevo che aveva un tiro violento poiché ricordavo che le aveva calciate in serie A con il Foggia e con la Sampdoria. Al primo tiro centrò il palo e spostò all’indietro la porta che era stata fermata con dei blocchi di cemento. Beh quel momento l'ho sempre scolpito nella memoria".

Daniele Paoluzzi può considerarsi un girovago avendo giocato per diversi anni fuori regione. La sua carriera calcistica inizia nella Saici di Torviscosa che allora militava in serie D, potendo godere degli insegnamenti del babbo all’epoca allenatore del Settore Giovanile. Correva l’anno 1972 e gli osservatori del Torino convincono la sua famiglia al trasferimento sotto la Mole, ma la malinconia della lontananza, dopo solo un anno di allenamenti al glorioso Filadelfia e seppur con ottimi risultati, porta Daniele a ritornare a casa passando  dalla maglia granata a quella bianconera dell’Udinese. Sono gli anni in cui l'Udinese cresce passando da Brunello a Sanson e Daniele con la maglia bianocnera si fa tutta la trafila dagli Allievi alla Prima Squadra, allenandosi con giocatori del calibro di Delneri, Galeone, Giacomini, Ferrari. Con l'Udinese arriva alle soglie della finale nazionale Allievi perdendo la semifinale al Dallara contro il Napoli, in una squadra che annoverava Miano (nella foto sopra assieme a Daniele), Zuccheri, Palese, Billia, giocatori che poi hanno avuto una carriera calcistica di primo livello. A Udine inoltre partecipata alla scalata dalla C alla A firmata Massimo Giacomini, impiegato come terzo portiere e facendo anche qualche apparizione. Davanti a lui portieri del calibro di Paleari, Marcatti, Della Corna, fatto che spinge l'allora DS Dal Cin a proporgli il trasferimento a Foggia. La società pugliese è però in difficoltà e dopo peripezie non paga gli stipendi, costringendo quindi Daniele al ritorno a casa. Ecco allora che Franco Janich, DS del Bologna, chiede a Dal Cin il cartellino di Daniele. Firmato per i gialloblu, per farsi le ossa viene dirottato all’Arezzo serie C. L’anno successivo DalCin lo riprende a Udine e va in ritiro a Tarvisio con la squadra di Giacomini. Nei due giorni di riposo, maledetti, rimane vittima di un grave incidente stradale che gli costa l'interruzione della carriera nel momento più bello. Riprende successivamente in serie D con il Monfalcone di Jimmi Medeot dove effettua le ultime parate da "Numero uno". A fine carriera per tre anni gioca nella Nazionale Italiana Farmacisti confrontandosi con Chievo, Atalanta, Bologna e tante altre (le squadre vere naturalmente) per la raccolta di fondi di beneficenza.

Come istruttore dei portieri parte ovviamente da Torviscosa, per poi passare alla corte di Bonanno all’Itala San Marco Gradisca del compianto Giuliano Zoratti che gioca prima in C2 e quindi, dopo la retrocessione, in serie D. Gli impegni di lavoro lo costringono al allenare alla sera e conseguentemente sempre Prime Squadre: prima a San Canzian e successivamente a Turriaco. Dopo una breve parentesi con la Triestina di Pontrelli, arriva nella stagione 2015-16 al San Luigi dove allena praticamente i portieri di tutte le categorie, distinguendosi inoltre come cuoco, portafortuna, arbitro e portando in serie A un giocatore come Mauro Zacchigna ... peccato però sia nel basket poichè nel miglior momento Mauro lascia "la porta" per dedicarsi "al canestro". 

Di episodi piacevoli Daniele potrebbe raccontarne tanti ma il più emozionante è stato ..."Un mini scorcio di partita amichevole che ho giocato contro il Milan di Rocco, Rivera e Albertosi allo stadio Moretti a Udine con 20.000 persone sugli spalti. Per l’emozione ho perso l’uso delle gambe per una settimana" ... e aggiunge ... "Ah! un’altra cosa simpatica è che ho dovuto a cinquantacinque anni rimettere le scarpe appese al chiodo e scendere in campo in  Prima Categoria, in quanto i portieri da me allenati erano tutti infortunati: fatto apposta naturalmente! Partita vinta e parato un rigore". 

Valter Gridel